venerdì 17 dicembre 2010

Echran: live report on "Serox Cult"

Ex Machina, DC12V di Teatrino Elettrico + STEEL LIVE di Echran - 27.11.2010 - Cox18, Milano

di See_Zee

Ex Machina, situazione ideata e curata da Rossella Moratto, si è proposta come evento audiovisivo di RetroFUTURO. In essa, la definizione profetica dell’estetica cyberpunk stabilita negli anni ’80, dall’inusuale - fino ad allora - ed accelerato rapporto tra informatica, elettronica, cibernetica e attività umana (la stessa che ci ha condotto poi ad un’inedita prospettiva di gusto e di fruizione dell’interazione uomo/macchina), si è dimostrata linguaggio contemporaneo, fluido, accessibile e anzi, naturale modo di esprimersi e di farsi comprendere.

Ci piace indurre nell’interpretazione del titolo scelto per l’evento - oltre ai molteplici riferimenti che già la curatrice propone, dalle macchine inutili di Bruno Munari alle situazioni steam-punk, e ancora a quelle dei Mutoid Waste Co. – un richiamo al teatro greco. In esso infatti, la formula risolutiva universale per ogni situazione drammatica è presentata nell’espressione deus ex machina (letteralmente: dio che viene da una macchina, facendo riferimento all’attore che impersonava il risolutore e veniva calato giù da una sorta di gru), in cui stavolta la figura divina risulta superflua perché è la macchina a risolvere tutto, come dea di se stessa.

La macchina è protagonista eccellente.

La scelta dell’ambientazione è stata giustamente (im)perfetta: il Cox18 di Milano.

Nella cripta è allestita l’esposizione delle opere visive, a rappresentanza dell’attività artistica delle due formazioni cibernetiche della serata: Echran e Teatrino Elettrico.

Dinamiche e stanziali, digitali e fluide oppure fermate, prese al volo e fissate su supporti (più o meno) tradizionali, su tutte si fanno notare quelle di Fabio Volpi (aka Dies, di Echran), che dimostra come le sue composizioni tradiscano un percorso da architetto, abituato a indagare e sperimentare lo spazio e la materia, il medium e il supporto, il linguaggio e il messaggio, in un percorso tendente a coinvolgere cromie esclusive, sanguigne e terrigne e con loro la composizione interpretata dalla deframmentazione di un gesto, di un movimento, poi ricomposta nell’inquadratura mai banale, che talvolta viene utilizzata anche come modulo.


> ECHRAN: STEEL LIVE

Delizioso il gioco di parole tra steel live e still life (confondibili nella pronuncia e contrapposte nel significato, acciaio vivo contro natura morta): il metallo che solitamente si considera inorganico, si anima di vita vibrante, in contrapposizione alla rappresentazione morta di una natura falsata.

Infatti, su quelle stesse lastre di metallo utilizzate per la rappresentazione iconografica della sintesi performativa, appese come scenografia, si proiettano le forme dinamiche in sinestesia con la musica che nasce anche dalla loro percussione, dal loro accarezzamento, in una sorta di loop tridimensionale, una mise en abîme, un principio sonoro dell’autosomiglianza, in cui nel dettaglio si riconosce l’insieme più grande, il tutto.

Le atmosfere audio/video sono, ancora una volta, (im)perfette: sdrucite e seducenti, rispondono precisamente ai canoni del fascino cyberpunk che oggi si fa chiamare glitch; partono sottili, rarefatte, per farsi mano a mano più spesse, pesanti, come in un cyberbolero, in un crescendo sonoro che carica di emozione il pubblico, anche attraverso la manipolazione delle lastre di metallo.

Superare la proiezione fine a se stessa, la fermezza dello schermo su cui si proietta, significa superare la bidimensionalità, la fissità dello spazio, la distanza dallo spettatore, per un coinvolgimento totale e sinestetico della performance.

E nell’ondata di sonorità droniche e di evoluzioni industrial-noise, si fa spazio l’inaspettato fattore umano: all’apice della performance, la voce di Fabio Volpi mormora parole in francese sotto forma di haiku a metà tra la sottile seduzione di Prévert e il socialismo barbarico delle perfomance di un Giovanni Lindo Ferretti che fu.


> TEATRINO ELETTRICO: DC12V

Se Echran graffia il pubblico con una performance di impronta elegante e stilisticamente multiforme, il Teatrino Elettrico, con un segno caratterizzato dalla sua semplicità e immediatezza, taglia più a fondo.

Osservandone la consolle, pronta per la performance, si ha la sensazione di essere nel laboratorio di J.F. Sebastian, il progettista genetico di Blade Runner, quello che si costruiva gli amici automi da solo.

Il loro live è interpretato da macchine semoventi, meccanismi smembrati e riassemblati che autonomamente marcano cadenze e scandiscono ritmi, che ricordano la poesia dei cicli di lavorazione delle macchine industriali e di quelle domestiche.

Anche per il Teatrino è valido il principio dell’autosomiglianza, per loro però assume un accento più marcatamente visivo: le proiezioni sono infatti riprese dell’istante dell’anima del meccanismo smembrato e attivo, delle sue interiora, come in una sorta di endoscopia, tramite una cam: ciò che vedi è ciò che accade adesso e produce suono, che viene immediatamente amplificato e diffuso, nel raggiungimento di quell’aspetto sinestetico che di tanto innalza la qualità di una performance a/v.

L’operazione - per niente scontata - è arricchita da variazioni delle frequenze d’onda che inducono disturbi più o meno invasivi sulla nitidezza dell’immagine, il tutto in una sequenza di sonorità di inclinazione più industrial, anche ballabili.

Sabato 27 Novembre, al Cox18, in una piega spazio/temporale, è andata così in scena autentica estetica cyberpunk, mentre Pris ballava nell’ombra e le pecore elettriche, probabilmente, sognavano.

D’altronde è risaputo: il cyberpunk sta negli occhi di chi guarda.

http://www.seroxcult.com/

venerdì 3 dicembre 2010

Echran: live photos

27.11.2010 - Cox 18, Milano









venerdì 12 novembre 2010

Echran live


sabato 17 luglio 2010

Echran live


mercoledì 7 luglio 2010

Echran: "In Offret" CD reviewed on "Sodapop"

Quasi non ci speravo più in questo disco, la data del mastering di Ielasi reca 2007, quindi direi che si tratta di un parto lungo e sofferto, nonostante ciò mi sento di dire che il disco è invecchiato molto bene. Gli Echran erano già stati autori di un pregevole debutto su Small Voices in collaborazione con la defunta Ebria e per il sottoscritto si era trattato di un ottimo esordio con tutte le prerogative per svilupparsi al meglio, quindi mi domandavo se avrebbero bissato l'ottimo risultato. I suoni e le idee pur essendo simili a quelli del lavoro d'esordio sono (o forse farei meglio a dire "erano") messi a fuoco e le idee più chiare, anche se non si tratta di una riedizione riveduta e corretta del primo lavoro.
Elettronica mediamente cupa e darkettosa ma nonostante questo non si tratta comunque di musica dark, industrial o di materiali con quel tipo di estetica, nonostente ciò si può dire che in un certo modo flirtino con il genere. Davide Del Col e Fabio Volpi a tratti mi hanno ricordato un gruppo elettronico con un profilo ed un taglio molto vicino a certi Coil ma soprattutto ad alcune cose di Recoil (per chi di voi ricorda i lavori dell'ex Depeche Mode) però sempre con un loro stile che li porta a debita distanza dall'essere cloni sterili dei due gruppi menzionati. Ritmiche appena accennate, suoni mediamente acuti, ancora più voci rispetto al primo disco, mai cantate: parlati filtrati solitamente in francese che hanno sempre un effetto fra l'ossessivo ed il sexy... credo non sia per nulla male per un disco che altrimenti rischierebbe di essere molto cupo e marcatamente freddo; un buon uso dei suoni di synth, che per fortuna non mi ricorda per nulla la roba ipnagogica che va di moda adesso e che solitamente regala pessimi riedizioni di roba kraut di cui vi dimenticherete fra un nanosecondo (spero che il prossimo recupero sia l'epic metal, anche perché non credo che riuscirei a resistere ad un trend che rispolveri Emerson, Lake And Palmer).
Andrea Ferraris

sabato 15 maggio 2010

Echran: "In Offret" CD reviewed on "Blow Up" magazine

Sono passati 4 anni dall'omonimo (ottimo) esordio di Davide Del Col e Fabio Volpi, rispettivamente synth e voce & programming, e stavamo quasi per dimenticarci di loro, nel frullare vorticoso delle uscite di questi anni. Grosso errore, e il rientro ce lo ricorda per non dimenticarlo. La loro è un'elettronica glaciale e ossessiva che si dispiega per volute di synth circolari punteggiati da programming sparso, afono, balbettante, sopra cui si stende fredda la voce di Volpi che recita in francese ispirandosi a film ("Slepa Paga" di Antonina Wojcik) e cineasti (l'esplicita Leni R), libri ("Métaphisique des tubes" di Amélie Nothomb) e musicisti (Death Of A.F.T., dedicata a Ali Farka Toure). Vengono in mente le pagine più angosciate dei Suicide e quelle più dilatate degli Young Gods ma senza beats a scandire tempi che adesso non esistono più e si liquefanno completamente recuperando certo tastierismo space anni '70 (Death of A.F.T.) ben più che la minimal techno o i Pan Sonic come nell'esordio. Si riscopre il gusto per la ballad (Sang è un gioiello) e la costruzione a strati e aggiunte progressive (Anodine, Retrive) anche se la cifra resta quella di un universo spaurito, cupo, senza alcun punto di riferimento oltre alla propria gravità (Sister VK, la splendida Leni R). "In Offret" è soprattutto un disco che calibra alla perfezione i dettagli (mixing e mastering sono di Giuseppe Ielasi) al fine di sottolineare lo straniamento che si deve comunicare: la presenza di Alessandra Vago alla voce in due brani, pur anch'essa fredda ed espositoria, recupera calore e sicurezza laddove l'oculato distanziamento delle tracce l'una dall'altra acuisce la sensazione di smarrimento. (8) Stefano I. Bianchi

Echran: second album "In Offret" available now



Echran "In Offret" (CD, A Silent Place / The MGS, 2009)

To order a copy contact me at: d.delcol(at)gmail.com. Also available copies of our debut CD "Echran".
www.myspace.com/echran