lunedì 30 maggio 2011

Antikatechon: debut album "Privilegium Martyrii" out now




Antikatechon "Privilegium Martyrii" (CD, Silentes, 2011)

Debut album of my new solo project

Press release:
"Thick and spectral dark ambient, soaked with soft and flowing pads stratifications, wrapped in deep and penetrating low frequencies spires, enlightened by delicate and touching melodic inserts, profaned by echoes of reverberating metallic noises, clanging chains, circular mechanical movements, waves of indecipherable whispers, distant and suffering human voices... A great debut CD for Antikatechon, a project that showcases Davide Del Col's eclectic personality, already the unique mind of the Ornament project, and keyman of other recent collaborative projects such as Echran and Molnija Aura."

www.myspace.com/antikatechon

lunedì 16 maggio 2011

Echran live

26/05/2011

"INLANDEMPIRE #9"

Live set from 22H

PERRINE EN MORCEAUX
RIGA
ECHRAN

SPAZIO CONCEPT
Via Forcella 7-13 (traversa di Via Tortona)
MILANO

INGRESSO GRATUITO

mercoledì 11 maggio 2011

Molnija Aura: "Utopian Suns" CD reviewed on "Connexion Bizarre"

“Molnija Aura is an electronic ambient/glitch project of Davide Del Col and Andrea Marutti from Milan, Italy.” This is taken literally from the press release, and I agree with all of you that an opening sentence couldn’t have been any more plain than this. But there is something in that line that made me reconsider writing it a few times…
Andrea Marutti is the man behind the Afe Records label, which I’ve known for quite some time now. Next to that he is active as a musician under several names (Afeman, Amon, Lips Vago, Never Known and Spiral) and in several other projects (Hall of Mirrors, Maribor, Meerkat and Sil Muir). Recently I had the pleasure of reviewing “Detrimental Dialogue” by Andrea Marutti and Fausto Balbo and, while listening to “Utopian Suns”, I realized that Molnija Aura is much more a two-person project with a very impressive symbiotic energy as opposed to a collaboration between two persons, each doing his own thing and making a whole of two parts.
This six-tracker plays a little over an hour and there is not a dull moment in there. Not for droners, as there is a continuous flow and enough to explore in the many layers of each composition, but also not for the average ambient adept. Each track is long enough to stay interesting for the minimalist, but changes quickly enough for listeners who need a bit more variation. Inspiring titles like “Channels of Anxiety”, “Minimum Pulsar Luminosity” and “Tidal Disruption” give you enough information to let your mind flow out and be elsewhere.
The sounds on this album are thickly layered and very well accomplished given their respective places in the frequency spectrum. What is audible is clearly there, but in the same way, that which needs to be hidden remains hidden. Or – as with the sub-low in “Channels of Anxiety” – the sounds are only audible at moments when they should be heard.
The black&white cover shows a satellite, and parts of the satellite are covered over the pages of the booklet. Very nice considering the science-fiction theme of the album, as well as the endlessness the music delivers. A quote that would fit this release very well would be, “Turn on, tune in, drop out”. But it’s up to you to explore that world beyond this one. I can only say that I’ve been there and the way back here was long…

[8/10]

(Bauke van der Wal)
http://www.connexionbizarre.net

lunedì 9 maggio 2011

Molnija Aura: interview on "Dagheisha"

a cura di Divine

Quali obiettivi si prefigge questo progetto?
Non abbiamo obiettivi particolari, il progetto è nato come collaborazione tra due amici che si conoscono da diversi anni e condividono una passione comune per suoni dilatati e di orientamento sci-fi.
Come siete arrivati alla pubblicazione di 'Utopian Suns'?
Nel modo più classico. Una volta realizzato il master definitivo del lavoro, lo abbiamo spedito ad alcune etichette che a nostro avviso erano adatte a pubblicarlo; Topheth Prophet è stata la più veloce a raccogliere la nostra proposta.
Quando sono state registrate le tracce?
I brani che sono confluiti nel disco, più altre registrazioni rimaste inedite, sono stati realizzati nella prima metà del 2007. L’editing e la selezione del materiale si sono poi protratti per più tempo, fino ad arrivare alla stesura finale e al mastering sul finire del 2009
Avete utilizzato dei metodi di registrazione particolari?
Partendo da suoni e parti create con sintetizzatori analogici e digitali, i brani sono stati poi assemblati tramite l’utilizzo di software. Davvero nulla di particolare o fuori dal comune.
E' curioso come la copertina rimandi alle notizie dei giornali degli anni sessanta sulle missioni nello spazio. Un'immagine vintage per un suono che in teoria dovrebbe essere proiettato verso il futuro...
Ci piace molto l’immaginario legato alla vecchia fantascienza e l’iconografia dell’era spaziale, tuttavia l’impronta musicale non è per forza orientata su sonorità “retrò”. Allo stesso tempo però, non crediamo che il suono del disco sia così proiettato verso il futuro, ma è sospeso in un’orbita spazio-temporale a sé stante e dotato di gravità propria.
Ricercare una dimensione spaziale vuole essere un modo per sfuggire alla realtà di tutti i giorni?
Non necessariamente, vivere significa confrontarsi ogni giorno con la realtà; le atmosfere contenute nel nostro disco non costituiscono una via di fuga à ma suggeriscono l’idea che il materialismo non sia la base dell’esistenza. L’album ha i connotati di un viaggio, con una partenza, un’esplorazione verso nuove conoscenze fino all’inevitabile e traumatico ritorno.
Pensate che il disco avrà un seguito?
Certamente, al più presto.
Nella mia analisi ho parlato di una ricerca di utopiche fonti di luce che vive momenti di estasi totale e altri di depressione cosmica. Continuerete a mantenere la vostra musica in bilico tra questi due aspetti anche nei prossimi dischi?
Al momento non abbiamo ancora scelto i leitmotiv su cui sarà strutturato il nostro prossimo lavoro. Non è detto che tali tematiche non possano essere affrontate da altri punti di vista e con altri tipi di sonorità.
Quant’è complesso passare da un progetto all'altro? I dischi di Hall Of Mirrors, Amon e Molnija Aura, per quanto possano essere ricongiunti a simili concettualità di base, si muovono in direzioni diametralmente opposte...
(Andrea) Non mi pare che si muovano in direzioni poi così tanto opposte. In quanto a complessità, non ne rilevo alcuna perché, specialmente per quanto riguarda le collaborazioni, dal mio punto di vista è sempre naturale e stimolante affiancarsi ad altri musicisti ed influenzarsi a vicenda.
Ha un senso parlare ancora di dark ambient al giorno d'oggi?
Le etichette non sono la priorità, è la personalità dei musicisti che conta. Ha senso parlarne quando c’è un artista con delle proprie caratteristiche definite che si ritrova in questo stile musicale. La stessa filosofia è applicabile per tutti i generi.
Quali sono i vostri prossimi impegni?
(Davide) Al momento sono impegnato nella registrazione del primo album dei Rhetra, duo black metal nato dalla collaborazione con la cantante/chitarrista Sophia, nel quale io mi occupo delle parti di basso e batteria. Con il progetto Echran (che condivido con Fabio Volpi e Accursio Graffeo) stiamo lavorando ai brani del prossimo disco e inoltre abbiamo anche del materiale audio-video nuovo che stiamo elaborando per le situazioni live. Infine a breve Silentes pubblicherà l’album di debutto del mio nuovo progetto solista.
(Andrea) Io invece sono piuttosto concentrato sulla nuova identità della mia etichetta; da quest’anno infatti il mio intento è quello di realizzare soltanto produzioni in formato CD, destinate possibilmente ad una distribuzione più ampia. Sul fronte musicale invece, entro l’anno dovrebbe uscire il nuovo album del progetto Hall of Mirrors che condivido con Giuseppe Verticchio, mentre il secondo CD del progetto Sil Muir insieme ad Andrea Ferraris fa’ già parte delle release programmate su Afe per i prossimi mesi.
Quali sono i dischi più interessanti che avete ascoltato ultimamente?
(Andrea) Restando in tema, di recente ho apprezzato il lavoro di Fabio Selvafiorita e Valerio Tricoli uscito per Die Schachtel; spaziando in altre direzioni avulse dal contenuto di questa intervista, ho scoperto con piacere i dischi di Dick Jensen pubblicati a cavallo tra la fine degli anni Sessanta e l’inizio dei Settanta, grandiosi!
(Davide) Dawnbringer “Nucleus”, Inquisition “Ominous Doctrines of the Perpetual Mystical Macrocosm”, False Mirror “The Derelict World”, Nimh “Krungthep Archives”.

www.dagheisha.com

sabato 7 maggio 2011

Echran: interview on "Solar Ipse" fanzine

A cura di Loris Zecchin

TUTTI I COLORI DEL BUIO

ECHRAN

Ai tempi dell’esordio si dilettavano a costruire un’architettura sonora capace di raccordare i gorghi ossianici Coil al più classico dei landscape industrial. Oggi con “In Offret” (A Silent Place rec.) correggono il tiro e ci regalano un album che incrementa la posta in gioco di un bel po’. Crepitii, disturbi elettrostatici, l’innalzarsi di un onda cavernosa alla moviola, un filo dell’alta tensione reciso che penzola nel vuoto…il tutto assemblato in maniera fantasiosamente partecipata, scenografica ma non eccessiva. Un bad trip d’una fine di austera bellezza, in cui la distanza tra le cose è resa incerta da una pulsazione che si impossessa di tutto.


Cominciamo subito con una curiosità, nel vostro my space, alla voce “E simile” è riportato: “al tentato suicidio di Alain Delon risolto con successo”. Perché questo divertissement? Suicidio come forma d’arte?
Fabio: No, molto più semplicemente è un commento, direi efficace, di un nostro amico nei confronti della nostra musica.

Echran sono Fabio Volpi e Davide Del Col, rispettivamente vocals, visuals + programming & synth + programming. Chi è invece l’Accursio Graffeo che viene accreditato come aiuto visuals durante le performance dal vivo?
Davide: Accursio è un amico. In alcuni concerti si è occupato dei live visuals. Inoltre ha partecipato alla produzione di entrambi i nostri cd, essendo stato membro della Ebria records (etichetta ora chiusa) ed ora attivo con la sua personale label The MGS.

Fabio ha fatto parte del collettivo audiovisivo Otolab, mentre Davide, con il nickname Ornament ha siglato due album di ascendenza industrial..potete dirci qualcosa in più su questi trascorsi? In che modo l’esperienza accumulata ha portato agli Echran?
Davide: Ornament è stato in generale il mio primo progetto elettronico. E' la sigla con cui ho realizzato una cassetta, 3 cd-r e un album per una net-label, olre alla partecipazione a qualche compilation. Ho portato avanti il progetto per 5 anni, dal 1999 al 2003. Fabio lo conoscevo da tempo, circa dal 1996, sapevo della sua collaborazione con Otolab, e nel 2003 abbiam deciso di provare qualcosa insieme. Da li è nato il progetto Echran. Non considero Echran una evoluzione di Ornament, quando suono da solo utilizzo un metodo diverso rispetto a quando suono con Fabio.

In un raffronto tra il debutto e “In Offret” quali sono i margini di miglioramento/evoluzione?
Fabio: Non c'è evoluzione tra i due lavori, solamente uno spostamento su un altro percorso parallelo, nel quale vivono personaggi, vite e suoni differenti

Tiratura di entrambe le uscite?
Davide: 500 copie il primo, 1000 il secondo.

Io vi immagino così: persone schive, animate da una fede che impedisce qualunque vita esteriore…ci ho azzeccato?
Davide: In realtà siamo persone piuttosto socievoli. Siamo i classici bravi ragazzi "rumoristi" della porta accanto.
Fabio: Per contenere tutti i ruoli e i racconti che contengono i brani di questi 2 album in realtà bisogna essere molto aperti all'analisi e alle vite degli altri.

Non amo tutte le produzioni A Silent Place, ma riconosco l’occhio fine che ne anima la ricerca. Come siete arrivati a loro?
Davide: Pasquale (uno dei due proprietari della A Silent Place) lo conosco dal 1999. All'epoca pubblicò il primo cd-r di Ornament con l'etichetta che aveva allora. Inoltre il primo album di Echran è co-prodotto dalla Smallvoices (la sister label della A Silent Place).

Fatemi l’esempio di un gruppo/collettivo che secondo voi è riuscito, negli anni, a coltivare determinate ossessioni mantenendo inalterata l’onesta intellettuale.
Davide: Mi interessa l'ossessione pura, spogliata dall'intelletto. mi piace quando l'ossessione si traduce musicalmente nella reiterazione. Gli Scorn possono essere un buon esempio.
Fabio: Pan Sonic, Radiohead, forse Metallica, sicuramente Cristina d'Avena.

Ho scavato in rete per recuperare qualche informazione sul film che citate in “Sister Vk”, Slepa Paga di Hanna Antonina Wojcik, ma non ho trovato granchè..please,help me!
Fabio: E' un film che ho visto in un piccolo cinema a Milano ormai qualche anno fa. La storia è quella di una donna che mette in gioco la propria vita per la salvezza del fratello tossicodipendente. La colonna sonora è per me un capolavoro, in quanto si basa principalmente su un unico drone caratterizzato da bassi molto profondi.

Altri highlights cinematografici?
Fabio: Direi sicuramente gli attuali serials provenienti dagli States, come Lost, Dexter e Breaking Bad ad esempio.
Davide: Concordo pienamente!

Con le sue dilatazioni comatose “Anodine” si aggiudica la palma di miglior track del lotto. Vi ricordate le circostanze in cui l’avete composta?
Fabio: E' stata creata in un periodo di collaborazione con il musicista elettronico Pietro Riparbelli, fortemente influenzata dai racconti di A.Nothomb.

E l’omaggio a Ali Farka Toure, “Death Of A.F.T.”? Sentite di condividere con lui una propensione, mettiamola così, al “meticciato” artistico?
Fabio: No. Molto semplicemente A.F.Touré è stato un artista importantissimo per l'Africa, riuscendo a chiudere il cerchio, (musicalmente parlando) iniziato con la schiavitù, i canti gospel, il blues, riportando tutto nel Mali e rinforzandolo con la musica rituale locale che ha anche forti ascendenti di carattere islamico.

Hanno importanza nel vostro suono gli esperimenti fatti dai Clock DVA in “Buried Dreams”?
Davide: I Clock DVA mi piacciono, tuttavia non vedo un legame tra noi e loro. Il loro immaginario è più cyberpunk e il loro sound è molto diverso dal nostro.

In cabina di regia troviamo Giuseppe Ielasi. Lo conoscevate già da prima, oppure l’avete contattato appositamente per la produzione del disco? Nelle note è riportata la data del 2007..come mai tutto questo tempo per farlo uscire?
Davide: Giuseppe lo conoscevamo già prima. "In Offret" era pronto dal 2007, purtroppo però l'etichetta ha avuto dei problemi, dovuti ad un allagamento del proprio magazzino, e ha sospeso temporaneamente la propria attività, facendo slittare di parecchio tempo le uscite.

Molte etichette oggi stampano solo in vinile, magari accludendo nella confezione una password per scaricarsi gli mp3…pensate sia un metodo efficace per riavvicinare le persone all’oggetto disco?
Fabio: E’ un tentativo di marketing come un'altro, in un momento in cui i supporti e le tecniche di riproduzione e diffusione sono in continua evoluzione. Forse è uno dei pochi momenti nella storia musicale dove il contenitore è più veloce nel cambiamento rispetto al contenuto sonoro.

Siamo in chiusura. Svelateci qualche retroscena Echran di cui non avete mai fatto parola con nessuno…almeno fino ad ora!
Fabio: Non abbiamo retroscena, come diceva il leader dei Visage, siamo on stage 24 ore al giorno.



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