sabato 7 maggio 2011

Echran: interview on "Solar Ipse" fanzine

A cura di Loris Zecchin

TUTTI I COLORI DEL BUIO

ECHRAN

Ai tempi dell’esordio si dilettavano a costruire un’architettura sonora capace di raccordare i gorghi ossianici Coil al più classico dei landscape industrial. Oggi con “In Offret” (A Silent Place rec.) correggono il tiro e ci regalano un album che incrementa la posta in gioco di un bel po’. Crepitii, disturbi elettrostatici, l’innalzarsi di un onda cavernosa alla moviola, un filo dell’alta tensione reciso che penzola nel vuoto…il tutto assemblato in maniera fantasiosamente partecipata, scenografica ma non eccessiva. Un bad trip d’una fine di austera bellezza, in cui la distanza tra le cose è resa incerta da una pulsazione che si impossessa di tutto.


Cominciamo subito con una curiosità, nel vostro my space, alla voce “E simile” è riportato: “al tentato suicidio di Alain Delon risolto con successo”. Perché questo divertissement? Suicidio come forma d’arte?
Fabio: No, molto più semplicemente è un commento, direi efficace, di un nostro amico nei confronti della nostra musica.

Echran sono Fabio Volpi e Davide Del Col, rispettivamente vocals, visuals + programming & synth + programming. Chi è invece l’Accursio Graffeo che viene accreditato come aiuto visuals durante le performance dal vivo?
Davide: Accursio è un amico. In alcuni concerti si è occupato dei live visuals. Inoltre ha partecipato alla produzione di entrambi i nostri cd, essendo stato membro della Ebria records (etichetta ora chiusa) ed ora attivo con la sua personale label The MGS.

Fabio ha fatto parte del collettivo audiovisivo Otolab, mentre Davide, con il nickname Ornament ha siglato due album di ascendenza industrial..potete dirci qualcosa in più su questi trascorsi? In che modo l’esperienza accumulata ha portato agli Echran?
Davide: Ornament è stato in generale il mio primo progetto elettronico. E' la sigla con cui ho realizzato una cassetta, 3 cd-r e un album per una net-label, olre alla partecipazione a qualche compilation. Ho portato avanti il progetto per 5 anni, dal 1999 al 2003. Fabio lo conoscevo da tempo, circa dal 1996, sapevo della sua collaborazione con Otolab, e nel 2003 abbiam deciso di provare qualcosa insieme. Da li è nato il progetto Echran. Non considero Echran una evoluzione di Ornament, quando suono da solo utilizzo un metodo diverso rispetto a quando suono con Fabio.

In un raffronto tra il debutto e “In Offret” quali sono i margini di miglioramento/evoluzione?
Fabio: Non c'è evoluzione tra i due lavori, solamente uno spostamento su un altro percorso parallelo, nel quale vivono personaggi, vite e suoni differenti

Tiratura di entrambe le uscite?
Davide: 500 copie il primo, 1000 il secondo.

Io vi immagino così: persone schive, animate da una fede che impedisce qualunque vita esteriore…ci ho azzeccato?
Davide: In realtà siamo persone piuttosto socievoli. Siamo i classici bravi ragazzi "rumoristi" della porta accanto.
Fabio: Per contenere tutti i ruoli e i racconti che contengono i brani di questi 2 album in realtà bisogna essere molto aperti all'analisi e alle vite degli altri.

Non amo tutte le produzioni A Silent Place, ma riconosco l’occhio fine che ne anima la ricerca. Come siete arrivati a loro?
Davide: Pasquale (uno dei due proprietari della A Silent Place) lo conosco dal 1999. All'epoca pubblicò il primo cd-r di Ornament con l'etichetta che aveva allora. Inoltre il primo album di Echran è co-prodotto dalla Smallvoices (la sister label della A Silent Place).

Fatemi l’esempio di un gruppo/collettivo che secondo voi è riuscito, negli anni, a coltivare determinate ossessioni mantenendo inalterata l’onesta intellettuale.
Davide: Mi interessa l'ossessione pura, spogliata dall'intelletto. mi piace quando l'ossessione si traduce musicalmente nella reiterazione. Gli Scorn possono essere un buon esempio.
Fabio: Pan Sonic, Radiohead, forse Metallica, sicuramente Cristina d'Avena.

Ho scavato in rete per recuperare qualche informazione sul film che citate in “Sister Vk”, Slepa Paga di Hanna Antonina Wojcik, ma non ho trovato granchè..please,help me!
Fabio: E' un film che ho visto in un piccolo cinema a Milano ormai qualche anno fa. La storia è quella di una donna che mette in gioco la propria vita per la salvezza del fratello tossicodipendente. La colonna sonora è per me un capolavoro, in quanto si basa principalmente su un unico drone caratterizzato da bassi molto profondi.

Altri highlights cinematografici?
Fabio: Direi sicuramente gli attuali serials provenienti dagli States, come Lost, Dexter e Breaking Bad ad esempio.
Davide: Concordo pienamente!

Con le sue dilatazioni comatose “Anodine” si aggiudica la palma di miglior track del lotto. Vi ricordate le circostanze in cui l’avete composta?
Fabio: E' stata creata in un periodo di collaborazione con il musicista elettronico Pietro Riparbelli, fortemente influenzata dai racconti di A.Nothomb.

E l’omaggio a Ali Farka Toure, “Death Of A.F.T.”? Sentite di condividere con lui una propensione, mettiamola così, al “meticciato” artistico?
Fabio: No. Molto semplicemente A.F.Touré è stato un artista importantissimo per l'Africa, riuscendo a chiudere il cerchio, (musicalmente parlando) iniziato con la schiavitù, i canti gospel, il blues, riportando tutto nel Mali e rinforzandolo con la musica rituale locale che ha anche forti ascendenti di carattere islamico.

Hanno importanza nel vostro suono gli esperimenti fatti dai Clock DVA in “Buried Dreams”?
Davide: I Clock DVA mi piacciono, tuttavia non vedo un legame tra noi e loro. Il loro immaginario è più cyberpunk e il loro sound è molto diverso dal nostro.

In cabina di regia troviamo Giuseppe Ielasi. Lo conoscevate già da prima, oppure l’avete contattato appositamente per la produzione del disco? Nelle note è riportata la data del 2007..come mai tutto questo tempo per farlo uscire?
Davide: Giuseppe lo conoscevamo già prima. "In Offret" era pronto dal 2007, purtroppo però l'etichetta ha avuto dei problemi, dovuti ad un allagamento del proprio magazzino, e ha sospeso temporaneamente la propria attività, facendo slittare di parecchio tempo le uscite.

Molte etichette oggi stampano solo in vinile, magari accludendo nella confezione una password per scaricarsi gli mp3…pensate sia un metodo efficace per riavvicinare le persone all’oggetto disco?
Fabio: E’ un tentativo di marketing come un'altro, in un momento in cui i supporti e le tecniche di riproduzione e diffusione sono in continua evoluzione. Forse è uno dei pochi momenti nella storia musicale dove il contenitore è più veloce nel cambiamento rispetto al contenuto sonoro.

Siamo in chiusura. Svelateci qualche retroscena Echran di cui non avete mai fatto parola con nessuno…almeno fino ad ora!
Fabio: Non abbiamo retroscena, come diceva il leader dei Visage, siamo on stage 24 ore al giorno.



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