mercoledì 29 giugno 2016

Antikatechon: "I Feel Nothing but Repulsion" CD reviewed on "Distorsioni"

Il sodalizio tra Antikatechon (alias Davide Del Col) e l’etichetta polacca Rage In Eden continua ancora oggi con l’uscita di questo nuovo disco a due anni dal precedente “Woe is The Reward”.
La lunghezza delle singole tracce e dell’album non deve lasciarci spaventare: ci troviamo indubbiamente di fronte al miglior lavoro mai pubblicato da Del Col, un disco che già a partire dai primi minuti di ascolto promette benissimo e che non tradisce le aspettative negli ultimi minuti.
Abbiamo già trattato la discografia di Antikatechon su Distorsioni: è possibile quindi che qualche lettore possa aspettarsi un nuovo disco dark ambient o ambient industrial.
Di sicuro questo è un disco ambient (poiché privo di base ritmica) e nero come la pece, ma etichettare un lavoro come questo sarebbe un mero escamotage giornalistico.
Del Col questa volta abbandona le tematiche sacro-apocalittiche, ad eccezione dell’ultimo brano The Smell of a Dying Saviour (la puzza di un Salvatore moribondo), per una riflessione sui rapporti sociali a metà anni ‘10 (i titoli dei brani sono eloquenti: “Il Simbolo dell’ingratitudine”, “E tutti i miei sogni, fatti a pezzi”, “Non provo altro che repulsione”, “Dalla sconfitta alla disintegrazione”).
La sua musica in questo album è quanto mai isolazionista, malinconica e, in vari momenti, cinematografica. In The Epitome of Ingratitude suoni concreti e voci “trovate” (dal cinema o dalla televisione) si celano dietro drone e sibili digitali; verso metà brano emergono melodie malinconiche da un magma di suoni digitali.
And All My Dreams, Torn Asunder è un brano caratterizzato dalle cinematiche melodie pianistiche del musicista francese Day Before Us (alias Philippe Blache) che si scontrano con i sibili analogici e digitali di Del Col dai quali emerge una voce recitante femminile in francese.

I Feel Nothing But Repulsion è una abrasiva suite ambient-noise in tre parti, la prima basata su drone e noise chitarristici riverberatissimi, la successiva caratterizzata da una cupa sequenza elettronica su cui Del Col suona tenebrosi e ossessivi riff con la chitarra, l’ultima basata su noise chitarristici sotto i quali si muove uno spettrale pad sintetico a nota fissa.
From Defeat To Disintegration è realizzata a quattro mani con Nimh (alias Giuseppe Verticchio), mixing/mastering engineer dell’album: è una suite per piano e rumori digitali, che si trasforma negli ultimi quattro minuti in una potenziale colonna sonora per sequenze cinematografiche drammatiche.
The Smell of a Dying Saviour è anch’essa in tre parti: nella prima una chitarra riverberatissima (di gusto tardo pinkfloydiano) tesse melodie su droni digitali e field recordings, nella seconda invece feroci noise chitarristici primeggiano su un drone anch’esso ultra-saturo, infine la terza è una possibile soundtrack fantascientifica di matrice ambient elettronica.
Il compositore raccoglie qui il meglio delle idee dei tre album precedenti, concentrandolo e distillandolo abilmente e aggiungendovi qualche novità: il rischio di ripetersi era dietro l’angolo, ma la maturità stilistica di Del Col (raggiunta in quasi vent’anni di attività) ci dona un disco che rappresenta la summa della sperimentazione a nome Antikatechon.
Le inquietanti, e al contempo affascinanti, foto dell’artista inglese Bactrian Arts completano il concept malato del disco (unica pecca l’utilizzo del jewel case al posto di un elegante digipak). Raccomandato ai cultori del suono ambient più cupo e sperimentale.

Voto: 8/10

Diego Loporcaro


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